L’ Annidamento
L’annidamento avviene dagli 8 ai 14 giorni dopo il concepimento. L’ovulo fecondato arriva alla fine della tuba di Falloppio e scende giù nell’utero.
In questo processo di discesa nell’utero, vi è come uno schiudersi. Lo strato di cellule protettive (zona pellucida) viene rimosso; questo è necessario all’ovulo per potersi annidare, ma ciò lo rende anche molto più vulnerabile.
Nel frattempo l’ovulo fecondato ha iniziato a dividersi fino a diventare un ‘agglomerato’ di 16 cellule (detto morula), che continuerà a dividersi e differenziarsi fino a diventare ciò che siamo.
E’ stimato che circa l’80% degli ovuli fecondati (blastocisti) non riesce ad impiantarsi e questo è piuttosto interessante: non è così facile nascere. Ci sono davvero momenti critici, fra la vita e la morte in questo processo.
L’ annidamento che avviene con successo, non dipende soltanto dallo sforzo o capacità della blastocisti di penetrare nel tessuto, ma anche dalla disponibilità ad accogliere della parete uterina. La blastocisti scava nel tessuto uterino ed ha bisogno di nutrimento dal sangue materno per sopravvivere.
Una volta che la blastocisti si impianta nell’utero, le diverse cellule iniziano a differenziarsi.
L’intero essere umano è già completo in quella singola cellula, in un certo senso. Tutto il processo potrebbe essere visto come una sorta di dispiegamento/srotolamento.
Da varie ricerche si è scoperto che la genetica ha un ruolo nel determinare i tratti somatici, il colore degli occhi, dei capelli, della pelle, etc., ma non il fatto che abbiamo degli occhi, un naso, etc.; il fatto che il corpo sappia come differenziarsi in organi come gli occhi, non sembra essere una sua funzione.
Eric Blechschmidt (embriologo tedesco di fama internazionale) sostiene che i geni non si attivano fino all’ottava settimana di sviluppo embrionale. Non le forze genetiche, ma le forze biodinamiche sono quelle che guidano la formazione e la differenziazione delle cellule.
- Cos’è che governa tutto questo processo?
- Una profonda Intelligenza è all’opera e sa esattamente cosa fare ed al momento giusto per creare un essere umano.
Per potersi impiantare, l’ovulo fecondato (blastocisti) sviluppa delle radici che penetrano nel tessuto uterino, dalle quali può assorbire nutrimento; allo stesso tempo crea anche una sorta di barriere per arginare le tossicità.
Questo è il primo momento in cui facciamo esperienza della qualità del grembo materno, in cui ‘assaporiamo’ il tono emotivo di nostra madre, il suo stato d’animo, il suo modo di vivere, il suo carattere.
L’annidamento è il momento in cui sentiamo davvero, per la prima volta, il mondo in cui siamo atterrati, dove possiamo sentire un senso più profondo di essere arrivati.
Questo luogo sarà la nostra prima casa, dove si svilupperà il nostro corpo, dove faremo la prima esperienza di chi siamo.
- Come ci siamo sentiti accolti?
- Qual’è stata la qualità della nostra ‘prima casa’?
L’ambiente uterino può avere varie caratteristiche e qualità. Può essere un luogo morbido, sensuale, accogliente, vitale, ricco di nutrienti. Ma può essere anche un luogo arido, freddo, tossico, triste.
- Come si sentiva nostra madre in quel momento? Cosa stava vivendo?
Può essere molto bello atterrare in un utero di una madre che si nutre bene, è rilassata, gode della sua sessualità, desidera avere un bambino ed è consapevolmente pronta. Una madre che nelle situazioni difficili e stressanti riesce a reagire con positività senza rimanerne sopraffatta.
Può essere invece più difficile ed a volte sopraffacente, arrivare in un grembo di una madre che vive uno stato di ansia continuo, di insoddisfazione, che ha un atteggiamento negativo verso il proprio corpo e la propria sessualità. Una madre che non desiderava rimanere incinta, o che soffre di una malattia.
Ma anche atterrare nel grembo di una madre frustrata dal volere ad ogni costo un bambino per soddisfare i propri bisogni emozionali, può farci sentire voluti, ma non accolti.
Pure un ambiente tossico può creare grande disagio.
Poiché è nell’utero, dove per la prima volta facciamo scambi di fluidi, se questa è stata percepita come un’esperienza ‘sporca’, questo potrà riflettersi successivamente nelle relazioni sessuali.
Un ambiente tossico può sviluppare nella persona una forte attrazione o rifiuto maniacale verso sostanze tossiche o ambienti sporchi.
Mentre, può essere molto triste arrivare in un grembo dopo una perdita non elaborata. Può dare un senso di profonda solitudine. Non è tanto l’esperienza in se dell’aborto, ma come questa sia stata superata. Se questo non è ancora avvenuto, la memoria di ciò potrebbe essere trattenuta nei tessuti uterini e riflettere il suo tono emozionale.
La Biodinamica Craniosacrale può davvero aiutare una donna a prepararsi a questo importante evento, sia a livello fisico che psico-emotivo.
Leggi anche:
‘Embrione – la nascita del cuore’